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Contrasto alle dipendenze

Non basta affidare la lotta alle droghe solo alle forze dell’ordine, occorrono strade diverse.
La #Roma che vogliamo è una città che assuma un ruolo di guida nel contrasto alle dipendenze aumentando i servizi nei quartieri, promuovendo politiche di “riduzione del danno” che mettano al centro la salute personale e non le burocrazie, predisponendo anche spazi dedicati al consumo sicuro.
È necessario che il sistema pubblico e il privato sociale lavorino insieme sul tema delle droghe e delle dipendenze, con il primo in sostegno costante del secondo che in questi anni è stato lasciato solo contro il diffondersi di vecchie e nuove droghe.
Sono indispensabili interventi di emancipazione economica capaci di rigenerare i quartieri più colpiti dalle piazza di spaccio, rendendole capaci di attrarre e trattenere energie creative. Una di queste ce la suggerisce la stessa Commissione europea con la creazione di no-tax-zone, con zero tasse per piccole e medie imprese di prossimità che fanno vivere i quartieri.
Inoltre è del tutto assente, e perciò andrebbe messa in campo, una politica della notte che vada oltre i coprifuochi e le ordinanze anti-alcol.
Vogliamo che Roma torni ad essere una capitale vivente e attiva anche la notte, che ragioni come un’unica comunità e non come un campo di battaglia tra generazioni, che diversifichi le possibilità di festa e cultura, di luoghi aperti regolamentati e autogestiti, per far emergere nuove leadership, civili e culturali, in una movida “sana” che non sia ristretta solo ad alcune piazze “sfogatoio”, che concepisca i suoi servizi di mobilità come strumenti essenziali per garantire alle donne la piena libertà di movimento in tutte le ore.
Come Radicali Roma stiamo portando avanti la campagna #RomaAntiproibizionista sostenuta anche da Giovanni Caudo e da molte realtà promotrici della lista #RomaFutura, che incide su questi tre temi: superamento delle politiche proibizioniste sulla cannabis, un nuovo piano per i servizi alle dipendenze e “Gli stati generali della notte” sul modello di Parigi e Amsterdam.
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