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Una questione politica

In questa campagna elettorale si agita uno spettro, l’eredità del sindaco Ignazio Roberto Marino. Virginia Raggi sostiene che ha chiesto scusa all’ex sindaco e accusa il PD di candidare quelli che lo hanno dimissionato e quindi avanza le sue pretese sull’eredità. Ha fatto bene Roberto Gualtieri a rintuzzare le pretese della sindaca. In cinque anni di governo la Raggi ha affossato qualsiasi cosa venisse da quella giunta anche a costo di andare contro la città e i romani. Per questo non ci sono scuse che tengano. Nello stesso tempo riconosco a Gualtieri che ha dato giudizi benevoli su Marino e su quei due anni e 4 mesi di governo. Ma la questione Marino continua a restare un elefante nel corridoio del PD, soprattutto per gli elettori del PD. La questione non è personale, anche se ritengo che quello che ha passato l’uomo Marino dopo quel dimissionamento e il calvario giudiziario meritano di essere considerate e un intervento chiaro ed esplicito del segretario Letta su questo sarebbe auspicabile.
La questione è politica, con la vicenda Marino si è in parte incrinato il rapporto di fiducia con gli elettori, che temono che le diverse anime del PD possano mettere in difficoltà il candidato sindaco, anche Gualtieri, e non consentirgli di governare, come è successo a Marino. Molti degli ex elettori del PD dichiarano di non votarlo proprio perché non si fidano.
Le conseguenze politiche di questa vicenda sono dirimenti per Roma, una città che ha bisogno di scelte e di cambiamenti in alcuni ambiti anche radicali, penso ai rifiuti, alla gestione delle partecipate e alla macchina amministrativa, pensiamo al corpo della Polizia Locale.
Chi ha deciso di fare corsa da solo fuori dal csx fa leva proprio su questa presunta incapacità, in particolare del PD di dare seguito a scelte incisive per risollevare Roma. Un PD che accusano di essere paralizzato dagli scontri di potere tra le diverse fazioni. Ma è ormai evidente che la corsa in solitario non sarà in grado di incidere su questo quadro, andare da soli e nonostante la mole di risorse economiche e mediatiche impiegate, non risolve la questione politica: per governare Roma bisogna avere una coalizione, da soli non si vince.
L’eredità di Marino, della sua azione di governo del cambiamento non può quindi che tornare dentro al campo del csx al di là delle tante sirene tardive e interessate che si alzano da più parti. Peraltro, è inutile denunciare di mandanti ed esecutori che sarebbero ancora protagonisti; quelli che parteciparono a quella “violenza istituzionale” si trovano in chi ha deciso di correre da solo come anche nella lista del PD, la Raggi poi fu tra i protagonisti di quello che accadde allora e soprattutto da sindaca ha cancellato ogni atto prodotto da quella giunta.
Per mio conto, che della giunta Marino ho fatto parte, ho deciso fin dalla partecipazione alle primarie del csx per il candidato sindaco di combattere perchè la postura di innovazione e di cambiamento che quella giunta ha saputo esprimere fosse presente nel csx e ne condizionasse, soprattutto grazie al vostro voto e al consenso ricevuto, la possibilità di orientarne le scelte politiche.
Ho deciso per questo di promuovere una lista nella coalizione del csx, autonoma e distinta dal PD, Roma Futura, e di esserne il capolista. Sono convinto che è questo il modo più lineare e coerente di dare seguito a quell’eredità di azione di governo e di rapporti con la città. E’ la stessa valutazione che mi portò poco più di tre anni fa a correre per la Presidenza del Municipio. Nei tre anni e poco più di governo ho potuto sperimentare esattamente questa possibilità, governare anche con il PD ma da una posizione autonoma e distinta e fare scelte coraggiose e a volte radicali. E’ la stessa scelta che condivido con altre personalità come Elly Schlein che non a caso ieri ha aperto la campagna elettorale di Roma Futura partecipando all’iniziativa “La Città è delle donne”. Condivido e sottoscrivo le parole di Elly: “Il Partito democratico «non è il mio partito, ci sono tante cose su cui andiamo d’accordo ma ce ne sono altre su cui continuiamo a essere diversi e distanti ma su cui si può trovare un equilibrio».
Roma Futura non è la lista nata per risolvere la questione Marino, per quella ci deve pensare il PD. Roma Futura fa sua la postura politica di quell’esperienza, cambiamento e radicalità, e dà voce e rappresentanza alle reti e ai movimenti che operano nella città e che non hanno rappresentanza nei partiti.
Votare per Roma Futura è due volte utile, consente di rafforzare il csx assicurandogli il governo di Roma e rafforza il segnale di cambiamento che è necessario nel campo dell csx. L’ho detto dal palco nella “Bella Piazza” delle Bocca della Verità: “I romani ci guardano, guardano e giudicano cosa diciamo, come diciamo le cose, e si aspettano da noi non una vittoria e poi subito dopo sentisi dire…”e allora dove eravamo rimasti? Come se nulla dovesse cambiare. No, loro vogliono sapere com’è cambiato in meglio il csx, i partiti che lo compongono, il PD, che cosa c’è di nuovo e come questo nuovo coincide poi con i corpi con le facce e con quello che faremo dopo, al governo.”
Roma Futura c’è per questo.
Il prossimo martedì 7 settembre parleremo di questo e di altre cose nella prima iniziativa pubblica da candidato per l’Assemblea Capitolina, ci possiamo incontrare finalmente in presenza alle 19 al Parco Labia (qui: Largo Fausta Labia, 00138 Roma RM), vi aspetto.
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